Ok posto i prossimi capitoli...
Io sono al lavoro sul capitolo 11 ma non so quanto ci vorrà...
Xò Anche io voglio sapere tutto della tua ff Chloe!
Capitolo7
Rimasi a lungo distesa a terra.
Non so neanche io per quanto.
Volevo rimanere lì per l’eternità, sognando di avere Edward al mio fianco.
Ero seriamente intenzionata a non muovermi, finchè non iniziai a sentire.
Le loro voci mi rimbombavano nelle orecchie, come se fossero stati lì a sussurarmele.
Quando vidi l’immagine di me stesa a terra sovrapporsi alla mia vista capii che ero come Edward.
Riuscivo a vedere dai loro occhi, e a sentire i loro pensieri, e non solo lo scorrere dei pensieri, vedevo anche stralci di ricordi...confusi...spezzoni...
Non riuscivo a controllare il mio potere, solo a tratti sentivo le loro voci.
Già, ma chi erano loro?
Cercai di recuperare un briciolo di lucidità.
Mi alzai e mi ricomposi.
Erano vicinissimi.
Iniziai ad annusare.
Avevano un profumo dolcissimo, molto familiare, rassicurante.
Potevano essere una cosa sola.
Elfi.
Il problema era riuscire a capire che intenzioni avessero.
Provai di nuovo a controllare il mio potere.
“fantastico” pensai “a che serve la telepatia se non riesco a sentire cosa pensano? Spero di non dover fare un addestramento per imparare a controllarmi!”. Mi concentrai.
E sentii il loro pensiero.
“Catturare Varnoièl, senza ferirla. Sarà un giochetto” pensava uno.
“la figlia di Wilwarinè, chi l’avrebbe mai detto, è sopravvisuta. Sua madre era potente. Dobbiamo fare attenzione...”
Di nuovo non sentii più niente.
Mi sembrava di essere una radio malfunzionante...ma avevo sentito abbastanza.
Varnoièl ero io, lo sapevo.
Di certo non erano qui per presentarsi e stringermi la mano.
Stavano per attaccarmi.
Sentivo il fruscio impercettibile dei loro passi accanto a me.
Erano vicini.
Troppo.
Scattai in piedi e cominciai a correre.
Ero veloce come il vento.
Pensavo di averli seminati così, dopo un po’, mi fermai a riflettere sul da farsi.
Ero nello spiazzo in cui di solito i Cullen giocavano a baseball.
Mi distrassi per un attimo, per una frazione di secondo, ma a loro bastò.
Due elfi mi furono addosso prima che potessi accorgermene.
Avevano entrambi capelli di un verde stupefacente, quelli del primo erano striati di marrone, quelli del secondo tendevano più al giallo. Guardandoli distrattamente le loro chiome potevano sembrare di erba intrecciata.
Gli altri due rimasero a guardarli, poco distanti.
Uno aveva gli stessi capelli dei due che mi avevano attaccata, l’altro li aveva rossi come il fuoco, molto più di Victoria.
Tutti li avevano lisci e raccolti in code eleganti.
Erano vestiti in modo strano, con placche metalliche sul collo sui polsi e sul ventre.
Forse erano soldati.
Si avvicinarono, bellissimi e veloci.
Sembrava danzassero una danza mortale.
Decisi che non gli avrei reso le cose semplici, così cercai di divincolarmi e gli sfuggii.
Ma subito l’altro elfo dai capelli verdi, quello che era rimasto fermo, si gettò contro di me.
Lo colpii con un calcio, ma un altro riuscì a bloccarmi.
Con uno strano coltello riuscì a dilaniare il mio corpo di marmo.
Il dolore era si straziante, ma niente a che vedere con il morso di Edward.
Strinsi i denti e sopportai in silenzio.
Tentavano di buttarmi a terra, ma non capivo bene il motivo preciso.
Non riuscivo ad utilizzare il mio potere.
Ma loro non riuscivano a prendermi.
Lasciai che la furia si impossessasse di me.
I miei occhi furono di nuovo viola.
Ero di nuovo una bestia selvaggia.
Mi accucciai, pronta a scattare in avanti.
Balzai sull’elfo più vicino, ferendolo profondamente con le mie unghie affilate.
Urlò di dolore.
Il suo sangue mi attirava, ma, stranamente, non fu difficile trattenermi.
Il mio obiettivo non era di certo nutrirmi.
Un altro elfo accorse e riuscì a staccarmi dal compagno sofferente, ma nulla potè contro la mia furia.
Lo afferrai e gli ruppi una gamba, senza neanche pensarci.
A quel punto l’elfo dai capelli di fuoco si mosse, fulmineo.
Ero pronta a colpirlo, ma lui fu più lesto.
Vidi il suo pugno chiuso avvicinarsi al mio ventre.
Mi accorsi che le sue mani erano fiammegginati.
Ero troppo sbalordita per reagire.
Il colpo arrivò.
Non avrei mai immaginato che da vampira avrei potuto provare tanto dolore.
E per un semplice pugno.
Fu come quando ero stata morsa.
Credevo che mi stessero bruciando.
Mi si mozzò il respiro.
Cadendo a terra vidi i suoi occhi ardere.
Avevano vinto, quel colpo mi aveva distrutta.
Non appena toccai il suolo vidi emergerne radici robuste che strisciavano veloci lungo i miei polsi e le mie caviglie, impedendomi qualsiasi movimento.
Non capivo.
Mi guardai intorno nervosamente e vidi che l’elfo che non avevo colpito si era avvicinato a quello con i capelli fiammeggianti e aveva alzato le mani, distese, con i palmi rivolti verso di me.
Capii che era stato lui a immobilizzarmi.
Forse gli elfi avevano qualche potere legato alla natura...
Una nuova fitta al ventre mi distolse dai miei pensieri.
Mi aveva colpita ancora.
Non potei trattenermi, lanciai un urlo terribile, disperato, sofferente.
-Brucio!- urlai di nuovo.
-Tranquilla- disse il mio torturatore –Il mio fuoco non uccide. Certo fa un bel po’ male...-
Mi colpì ancora e urlai di nuovo.
-Basta Eruner- disse capelli-verdi -ci è stato ordinato di non farle del male-
La sua voce era splendida.
Come la mia.
-Piantala Lièturon- ribattè capelli-di-fuoco-hai visto come ha ridotto Mornor e Arenòn? Se non fossi intervenuto avresti fatto la stessa fine. Non è poi così pericolosa in fondo. Non ha idea di come controllare i suoi poteri-
Mi guardò con cattiveria.
Intanto gli altri due, Mornor e Arenòn, si stavano rialzando. Le loro ferite miglioravano a vista d’occhio.
Si avvicinarono a me.
-Bene pricipessina Varonièl, pronta a tornare a casa?- chiese Lièturon, tentando di suonare allegro, come se io non fossi stata legata terra, agonizzante, come se non li avessi appena feriti, come fossimo stati tutti vecchi amici...un momento...aveva detto principessina?
L’elfo capì che non sapevo.
-Ti spiegheremo tutto a palazzo- disse sorridendo.
Gli altri mi guardavano con aria tutt’altro che amichevole.
-Io non vengo!- ruggii minacciosa.
Mi sarei fatta ammazzare piuttosto che farmi strappare dalla mia nuova famiglia.
Eruner sorrise maligno.
-Tu vieni e fai pure le brava- disse –altrimenti ti colpirò di nuovo-
Non ebbi il tempo di ribattere.
Il suo profumo mi distrasse.
Mi voltai verso destra e vidi il mio Edward.
Era tornato.
Non sapevo come ma aveva capito che ero in pericolo ed era corso a salvarmi.
Ma come avrebbe potuto battere quei formidabili combattenti?
Forse avrebbe potuto atterrarne uno, ma quattro...
Mi guardò, disperato.
Vedevo il senso di colpa nei suoi occhi.
-Edward scappa!- urlai.
Non potevo permettere che gli facessero del male.
Avrei sopportato milioni di colpi di fuoco pur di proteggerlo.
Non mi ascoltò.
Vidi Eruner sorridere.
-Lièturon- disse –per caso ci hanno detto che non possiamo far del male neanche alla schifosa sanguisuga che ha trasformato Vanorièl?-
Lièturon scosse le spalle.
-Fa’ come vuoi. Se vuoi divertirti un po’...ma tanto non puoi ucciderlo, lo sai-
Edward ruggì e si slanciò su Eruner.
Quello carico il suo micidiale colpo e colpì il mio angelo in pieno petto, facendolo atterare poco distante da me.
-Edward no!- urlai.
-Tranquilla- trentò di dire lui, ma le parole gli morirono in gola quando un secondo colpo lo raggiunse, questa volta al ventre.
Notai che sulla sua pelle marmorea erano comparse alcune brutte ustioni.
“non è possibile”pensai”siamo vampiri, come possono ferirci con tanta facilità?”
Edward si riscosse, riuscì a colpire anche lui Eruner, buttandolo a terra.
A quel punto un altro elfo, forse Arenòn, lo prese alle spalle e immobilizzò anche lui.
Di nuovo riuscii a percepire i pensieri altrui.
Sentivo le menti degli elfi e quella di Edward.
Vedevo in lui molto dolore.
Quando vidi i pensieri di Eruner inoridii. Stava decidendo in che modo colpire il mio angelo.
Voleva che gemesse di dolore, che implorasse pietà.
“No” pensai “Non lo permetterò”, sentii una strana forza, sapevo che potevo liberarmi di quelle stupide radici...
Mi concentrai e vidi che si stavano ritraendo.
Sorrisi alle espressioni sbalordite dei miei aggressori.
Mi girai verso Eruner, volevo vedere ilo suo volto malvagio contrarsi in una smorfia di dolore.
Ma non mi stava guardando.
Stava per colpire di nuovo Edward, al volto. Lui guardava me, con sollievo, pur essendosi accorto del colpo che stava per giungere.
Scattai fra il mio amore e quell’essere meraviglioso eppure, ai miei occhi, ripugnante.
Preferivo subire io stessa i suoi colpi piuttosto che vedere il mio angelo ferito.
Chiusi gli occhi aspettando il dolore.
Ma non arrivò.
Li riaprii e vidi una sottile barriera bluastra tra noi e l’elfo.
“e questa da dove salta fuori? Ma che cosa diavolo sto facendo?”
Decisamente ero per l’ennesima volta sbalordita.
Gli elfi invece sembravano solo molto arrabbiati.
Lièturon sembrava spaventato.
-Andiamo via- ordinò –stanno arrivando gli altri vampiri-
E corse via, sparendo all’istante.
Gli altri lo seguirono.
Eruner si voltò poco prima di sparire nel folto del bosco.
-Buona fortuna principessa!- disse, ironico-sei più forte di quanto credessi, evidentemente stai iniziando a scoprire i tuoi enormi poteri. Ma fossi in te starei attento, la prossima volta, visto che tu e il tuo compagno siete così forti, non ti manderanno di certo contro dei poveracci dei clan Elementari...chissà forse si scomoderà qualcuno dell’Illusione...- rise maligno, poi corse via.
Riuscii a dissolvere il campo di energia che avevo involontariamente creato per proteggere me ed Edward.
Lui intanto si era messo a sedere e mi fissava.
-Oh Edward ti prego perdonami?- dissi scoppiando nuovamente in singhiozzi.
Mi guardò sbalordito, poi prese il mio volto tra le sue mani e mi baciò. Poi disse.
-Perdonami tu Bella. Non so cosa mi sia preso. Sono un idiota- mi strinse forte –Non sai come mi sono sentito quando...ho capito che eri in pericolo. Il mondo mi è crollato addosso.-
In quel momento giunsero i Cullen.
Sembrava sapessero tutto.
Forse Alice aveva avuto una visione.
MI accorsi che tutti guardavano me.
-Dobbiamo raccontarle tutto- disse Alice a Carlisle.
-Si- disse Edward –Adesso. Gli elfi la vogliono. Deve sapere perchè. E deve capire l’immensa portata del suo potere. Dei suoi poteri.-
-Bella?- disse Carlisle, come per chiedermi se volevo sapere, se avrei potuto sopportare la verità...
-Voglio sapere- dissi.
Avevo bisogno di conoscere tutto.
Nessuno parlò ma in quel silenzio si percepiva una strana trepidazione, come l’attimo di quiete che, durante un temporale, segue un tuono e precede l’arrivo di un nuovo scrollone di pioggia.
Capitolo8
Era in pericolo, lo sapevo.
Ad un tratto giunsero le sue grida.
Mi sentii morire.
Era colpa mia, solo colpa mia.
Avevo giurato un milione di volte che non l’avrei lasciata sola, mai.
Le avevo sempre detto che l’avrei amata anche se fosse stata il più orribile dei demoni.
Che l’avrei protetta.
E invece alla prima occasione l’avevo abbandonata al suo destino.
L’avevo guardata con disgusto, mi ero allontanato da lei per evitare che mi toccasse.
L’avevo lasciata giacere a terra, tra il fango e le foglie.
Adesso ero ancora disgustato, si, ma da me stesso.
Come avevo potuto lasciarla in quel modo?
Un altro urlo di dolore, e poi un suono articolato.
-Brucio!- aveva gridato il mio angelo.
Raddoppiai la velocità della corsa.
Stava soffrendo a causa mia...
Se le fosse accaduto qualcosa non me lo sarei potuto perdonare.
Mai.
A costo di farmi ammazzare, l’avrei salvata.
Anche se, probabilmente, non avrebbe voluto più vedermi.
E non potevo biasimarla.
La sua scia si fermava nei pressi della radura dove giocavamo a baseball.
Sentivo l’odore del suo sangue.
Quei bastardi l’avevano ferita.
Mi avvicinai, pronto a tutto.
Avrei sopportato il suo odio.
Anche se mi avesse attaccato, se avesse tentato di vendicarsi del male che le avevo fatto, non mi sarei difeso.
Ma prima dovevo salvarla.
-Io non vengo!- ruggì minacciosa, in risposta ad una domanda che non avevo udito.
La furia si impadronì di me.
Ecco cosa volevano.
Portarla via.
Avrei dovuo immaginarlo.
Ma non l’avrei permesso.
L’elfo dai capelli rossi, che era in piedi davanti a lei, sorrise maligno.
-Tu vieni e fai pure le brava- disse –altrimenti ti colpirò di nuovo-
Bella si immobilizzò.
Aveva sentito il mio profumo.
Si voltò verso destra e mi vide.
Era sbalordita.
Certo non si aspettava che sarei tornato dopo la scenata che le avevo fatto
Che idiota ero stato...
Guardandola bene vidi le ferite e le ustioni che le avevano procurato.
Il suo corpo delicato era imbrattato di sangue ed era immobilizzata a terra.
Mi sentii male, la mia furia crebbe.
Insieme al senso di colpa.
-Edward scappa!- urlò.
Si preoccupava per me.
Con ogni probabilità poche ore prima le avevo spezzato il cuore.
In quel momento era a terra, ferita, con quattro elfi che la minacciavano, e lei pensava alla mia incolumità.
Non capivo cosa potevo aver fatto per essermi meritato un così dolce angelo.
Ma non me ne sarei andato, per niente al mondo.
Non senza di lei.
Il rosso sorrise.
Naturalmente era splendido al modo degli elfi, quindi in un modo diverso dai vampiri.
-Lièturon- disse –per caso ci hanno detto che non possiamo far del male neanche alla schifosa sanguisuga che ha trasformato Vanorièl?-
Vanorièl? Da quando Bella si chiamava Vanorièl? Le cose andavano sempre peggio...
Quello che il rosso aveva chiamato Lièturon scosse le spalle.
-Fa’ come vuoi. Se vuoi divertirti un po’...ma tanto non puoi ucciderlo, lo sai-
Ruggi e mi lanciai sul rosso, Eruner.
Questo caricò un pugno, ma non mi fermai.
Mi colpì in pieno petto, facendomi atterrare alcuni metri più in là, vicino alla mia Bella.
-Edward no!- urlò preoccupata.
-Tranquilla- tentai di dire, ma le parole mi morirono in gola quando un secondo colpo mi raggiunse, questa volta al ventre.
Non potevo fami battere.
Dovevo salvare Bella.
Le avevo promesso che l’avrei protetta.
Mi rialzai e colpii Eruner.
I miei colpi non erano fiammeggianti, ma certo ero più forte di lui.
Avrei vinto.
Solo in quel momento mi accorsi che non riuscivo a percepire esattamente i pensieri degli elfi.
Concentrandomi cominciai a sentire qualcosa.
Non riuscii a carpirgli alcuna informazione perchè, a tradimento, uno degli elfi dai capelli verdi mi aveva atterrato ed immobilizzato.
Improvvisamente Bella riuscì a liberarsi.
Le radici che la intrappolavano si ritrassero velocemente.
Incominciava già a controllare i suoi poteri...veramente notevole...
Mi accorsi che Eruner stava per colpirmi ancora, questa volta al volto, ma non riuscivo a preoccupamene.
Bella era libera.
Potevo morire tranquillo.
Con un movimento repentino Bella si portò tra me ed il mio aggressore, facendomi scudo con il suo corpo.
“no!” urlai dentro di me. “prendi me ma non Bella”.
Tentai di urlarle di spostarsi mentre tentavo di divincolarmi nella stretta delle radici, ma non ne ebbi il tempo.
Rimasi a fissare la sottile barriera di un lucido blu che era apparsa tra noi e l’elfo.
Sbalorditivo.
Sapevo che avrebbe avuto enormi poteri, ma questo...
Lièturon sembrava spaventato.
-Andiamo via- ordinò –stanno arrivando gli altri vampiri-
E corse via, sparendo all’istante.
Gli altri lo seguirono.
Eruner si voltò verso Bella poco prima di sparire nel folto del bosco.
-Buona fortuna principessa!- disse, ironico-sei più forte di quanto credessi, evidentemente stai iniziando a scoprire i tuoi enormi poteri. Ma fossi in te starei attento, la prossima volta, visto che tu e il tuo compagno siete così forti, non ti manderanno di certo contro dei poveracci dei clan Elementari...chissà forse si scomoderà qualcuno dell’Illusione...- rise maligno, poi corse via.
Bella riuscì a dissolvere il campo energetico che aveva creato.
Io intanto mi sedetti e rimasi a contemplarla.
Nella mia vita non c’era niente di paragonabile a lei.
Nell’intero universo non avrei mai potuto trovare nulla di più bello.
-Oh Edward ti prego perdonami?- dissie scoppiando nuovamente in singhiozzi.
La guardai sbalardito. Io l’avevo abbandonata da sola in un bosco, era stata assalita da quattro elfi sadici senza nessuno al suo fianco a proteggerla, nel momento in cui era di nuovo libera mi aveva fatto scudo con il suo corpo...ed ora chiedeva il mio perdono?
Mi sentii un essere spregevole.
-Perdonami tu Bella. Non so cosa mi sia preso. Sono un idiota- la strinsi forte –Non sai come mi sono sentito quando...ho capito che eri in pericolo. Il mondo mi è crollato addosso.-
In quel momento giunse il resto della famiglia.
Vidi nella mente di Alice he aveva avuto una visione, ma non erano riousciti ad arrivare prima.
-Dobbiamo raccontarle tutto- disse Alice a Carlisle.
-Si- dissi io–Adesso. Gli elfi la vogliono. Deve sapere perchè. E deve capire l’immensa portata del suo potere. Dei suoi poteri.-
-Bella?- disse Carlisle, come per chiederle se voleva sapere.
-Voglio sapere- disse.
Era la scelta giusta.
Speravo solo che non ci odiasse troppo, dopo aver compreso ciò che il mio morso aveva risvegliato in lei.
Nessuno parlò ma in quel silenzio si percepiva una strana trepidazione, come l’attimo di quiete che, durante un temporale, segue un tuono e precede l’arrivo di un nuovo scrollone di pioggia.
***
-Andiamo a casa a parlarne. Questo non è un posto sicuro. Qui, ormai, i boschi hanno le orecchie...a punta- propose Carlisle.
Accennando un sorriso ognuno si affiancò al suo compagno, iniziando a correre.
Edward mi si avvicinò lento.
Gli altri erano già partiti.
Eravamo soli.
Mi guardo per un attimo.
I suoi occhi dorati mi mandavano sempre in estasi, ma quando avevano quello sguardo, mi sentivo la testa leggerissima, mi scioglievo.
Mise con decisione le mani sul mio collo e mi tirò a sè.
Ben lungi dal tentare di rifiutarlo, mi avvinghiai a lui, intrecciando le dita nei suoi capelli ramati e morbidissimi, avvicinando il mio seno al suo petto.
Poggiò le sue labbra divine sulle mie, insinuò la lingua, non più così fredda, nella mia bocca.
Risposi con lo stesso entusiasmo, stringendomi ancora di più a lui.
Le sue mani scesero lente, accarezzando il mio corpo fino ai fianchi.
Infine di malavoglia, le nostre labbra si staccarono, per la consapevolezza del fatto che avremmo avuto tutto il tempo per noi dopo.
Prima di allontanrmi da lui inspirai a fondo il suo profumo.
Dubitavo che il mio potesse essere migliore.
-Ti amo- dissi.
Sapevo di essere ripetitiva, ma non potevo fare a meno di ripeterlo continuamente.
-Io ti adoro- mi rispose Edward -ma ora è meglio andare. La questione è seria. Abbiamo tutta l’eternità davanti. Un’eternità da passare insieme.-
Annuii debolmente, persa nuovamente nel suo sguardo, più dolce del miele.
Mi prese la mano e corremmo di nuovo.
“che sensazione stupenda” pensai.
Arrivammo in pochi minuti.
Quando entrammo tutti erano già ad aspettarci, seduti in sala da pranzo.
Ci accomodammo anche noi.
Ero piuttosto agitata.
Esme lesse bene la mia espressione e mi sorrise incoraggiante.
Le sorrisi di rimando.
A quel punto Carlisle si schiarì la voce e tutti ci voltammo verso di lui.
-Bene. Adesso ascolta attentamente Bella, ma ti prego non interrompermi. Tenterò di spiegare un fenomeno sconosciuto a me in primo luogo, quindi ho bisogno di non perdere il filo del discorso. Dopo potrai farmi tutte le domande che vuoi.-
-Certo, non ti interromperò, promesso. Ora, ti prego, inizia. Ho bisogno di sapere. Di capire perchè sono diversa. Questo l’ho capito, perlomeno. Non sono un vampiro, non sono un elfo, non sono mai stata un’umana, ero già qualcos’altro. Capite? Io so soltanto quello che NON sono. Voglio sapere ciò che sono.- risposi.
Carlisle sembrò affascinato dalla mia breva arringa.
Mi sorrise nuovamente, si aggiustò gli occhiali sul naso e, finalmente, iniziò a parlare.
-Molto bene. Devi sapere, innanzitutto, che gli elfi sono diversi dalle altre creature “magiche” o “mitologiche” che in realtà popolano questa terra. Sono creature per natura purissime, o perlomeno lo erano prima che la corruzione e l’avidità giungessero anche nei loro ameni paesi, che vivono in comunione profonda con la natura. Riescono ad incanalare la loro pura essenza in quella che gli umani chiamano erroneamente “magia”ma che altro non è che la manipolazione delle proprie energie vitali, o dei propri poteri specifici, in fusione con la natura.
Amano il sole e la luce del giorno, al contrario di noi vampiri e proteggono tutti gli animali, se capita anche da noi, per questo ci asteniamo dal cacciare troppo vicino alle loro città tra i boschi, per evitare di entrare in conflitto con loro.
Pur essendo diversi da noi e dai licantropi, i loro destini sono comunque inevitabilmente intrecciati con i nostri.
Infatti devi sapere che un vampiro non può uccidere un elfo. Non si sa perchè ma è così. Se Edward avesse cercato di fare a pezzi uno degli elfi che ti avevano attaccata, in un momento iniziale il suo corpo si sarebbe smembrato, ma in non più di mezz’ora le varie parti i sarebbero riunite, perchè il cuore non avrebbe smesso di battere.
E un elfo non può diventare un vampiro. Il veleno su di loro ha un altro effetto.
Lo stesso vale per gli elfi. Un elfo non può uccidere un vampiro; certo può torturarlo, fargli provare ogni genere di dolore, fisico e morale, ma non può ucciderlo neanche gettandolo nel fuoco.
Ho cercato per anni il motivo di questo strano “potere”, se così vogliamo chiamarlo, e sono giunto alla conclusione che la ragione può essere una sola. Siamo due razze estremamente potenti, quasi contrapposte se ci pensi, se non ci fossimo trovati nell’impossibilità di ucciderci reciprocamente, quanto pensi che ci avremmo messo a distruggerci l’un l’altro?
Naturalmente, come tutte le regole, questa ha un’eccezione.
Avevo accennato al fatto che, sugli elfi, il veleno dei vampiri ha un effetto particolare. Li potenzia oltremodo, sia nel fisico sia nel potere magico. Infatti un elfo, dopo che il veleno è entrato in circolo ed ha raggiunto il cuore, per un certo periodo di tempo è dotato di una potenza tale da poter tranquillamente distruggere un vampiro.
Adesso ti starai chiedendo perchè, se dopo un morso gli elfi deiventano più potenti di noi, non ci provocano spesso per farsi mordere, magari nell’attimo in cui perdiamo il controllo.
Ebbene il motivo è che mordendo un elfo, anche il vampiro si potenzia. Il sangue elfico infatti conferisce al vampiro che ne beve anche in minima parte, una forza e potenza tanto grande da riuscire a uccidere un elfo.
Capisci qual’è il problema, la ragione d’attrito tra le due razze?
È un circolo vizioso; siamo entrambi innocui e mortali l’uno per l’altro allo stesso tempo. Per questo cerchiamo i avere a che fare meno possibile l’uno con l’altro.-
S’interruppe e mi guardò.
Io ero leggermente rimbambita, troppe informazioni, troppe voci mi affollavano il cervello, eppure non mi ero mai sentita più lucida di quel momento.
Ogni cosa andava al suo posto, i tasselli del puzzle stavano velocemente formando un’immagine completa.
-Il problema del sangue e del veleno ci riporta a te. Ora sappiamo di per certo che tua madre era un’elfa. Un’elfa molto potente. Dopo cercherò di spiegarti anche il sistema di governo e la suddivisione in clan degli elfi, perlomeno ti dirò quello che so, che è molto poco, ma ora la cosa che mi preme è un’altra.
Vedi Bella, tu non eri umana, eri una mezzelfa. Ciò vuol dire che nelle tue vene scorreva per metà sangue elfico e per metà sangue umano. Quando Edward ti ha morso è accaduta una cosa mai successa prima.
La metà del tuo sangue che era umana è diventata vampira in tre giorni, come prestabilito.
A quel punto il veleno contenuto nel tuo sangue ha risvegliato l’altra metà, quella elfica, che ha reagito al veleno, diventando estremamente potente, per la sua grande quantità, e risvegliando in te, sul tuo corpo e nella tua mente, tratti e poteri elfici. Intanto anche la tua metà vampira è stata potenziata dalla parte elfica.
Il risultato è che tu sei, con ogni probabilità, la creatura più potente sulla faccia della terra.
Non solo perchè hai sia tutte, e dico tutte, le capacità degli elfi, ma anche quelle dei vampiri.
Puoi uccidere un elfo con il tuo veleno, puoi uccidere un vampiro con la tua magia. Sei una nemica o una potente alleata per entrambe le razze perchè in te due nature incompatibili tra loro, che si respingono a vicenda, sono sovrapposte. Prendiamo ad esempio i tuoi occhi. Quando ti sei svegliata erano viola invece che rossi. Ora sono verdi invece che color miele.
Hai detto che tua madre aveva gli occhi blu vero? Infatti i tuoi occhi adesso sono blu e giallo sovrapposti, quindi verdi. Prima a sovrapporsi al blu era il rosso che li aveva resi violetti.
Sei potentissima Bella.
Renditene conto.
Io non conosco le leggi degli elfi, non so per quale notivo tua madre sia stata uccisa dopo la relazione con Charlie, nè per quale motivo desiderassero farti fare la stessa fine, visto che i mezzosangue non esternano i loro poteri nè il loro aspetto elfico, e possono tranquillamente vivere come comuni umani. Sicuramente tua madre apparteneva al clan della mente, non conosco il nome elfico, cioè la casata reale degli elfi, come i Volturi per noi.
Questo te lo posso dire con certezza perchè negli elfi il potere si rispecchia nel colore dei capelli, perchè scorre anche in essi.
Io conosco solo il clan della mente. Chi vi appartiene ha i capelli neri, gli elfi lisci, le elfe ricci; più scure sono le striature della chioma più è potente l’elfo.
Anche da questo possiamo capire la tua potenza. Tu non hai striature. La tua chioma è completamente nera perchè il tuo potere è assoluto.
Ma devi stare attenta. Un grande potere necessita di un grande controllo. Dovresti seguire un addestramento, il problema è che solo gli elfi ne hanno la capacità. Ma certo se vai da loro poi non ti lasceranno tornare tra noi. Speravo che essendo tu giovane avremmo avuto più tempo prima che i poteri si manifestassero. Invece sono esplosi subito...forse per la situazione di pericolo in cui ti sei trovata, forse per la pressione psicologica degli ultimi eventi, non lo so.-
Alzò lo sguardo verso di me.
Ma io ero pietrificata.
Fissavo la finestra.
Una falena passò davanti al vetro.
Il suo battito d’ali affannoso sostituì quello del mio cuore ormai immobile.
Un battito d’ali.
Un battito di cuore.
Ma presto si dileguò nel buio della notte.
E fui abbandonata dalla fuggevole sensazione di essere ancora viva.
Finchè una mano delicata non mi riscosse dal mio torpore.
***
Spero vi sia piaciuto