Capitolo 41

« Older   Newer »
  Share  
petite88
view post Posted on 22/1/2008, 22:58





41



Sedetti nella vasca da bagno, contro la porcellana fredda, con la camicia fradicia che aderiva al busto. Inginocchiato accanto a me, Edward reggeva un flacone di acquasanta semivuoto: era il terzo, e io avevo vomitato una volta sola. Fino a quel momento, ero stata fortunata.
All'inizio mi ero seduta sul bordo della vasca, ma ben presto avevo cominciato ad agitarmi, gridando e gemendo. Avevo persino insultato Edward, chiamandolo figlio di puttana, senza che lui se la prendesse.
«Come ti senti?» Era assolutamente impassibile. Non riuscivo a capire se odiasse quell'operazione o se si stesse divertendo.
Gli scoccai un'occhiataccia. «Come se mi ficcassero un coltello rovente in gola.»
«Voglio dire... Preferisci interrompere e riposare un po'?»
Inspirai profondamente. «No. Voglio purificarmi, e voglio andare sino in fondo.»
Scuotendo la testa, Edward quasi sorrise. «Di solito occorrono alcuni giorni...»
«Lo so.»
«Tu invece vuoi sbrigare tutto in un'unica maratona?» Edward mi osservò con una calma quasi solenne, come se la domanda fosse più importante di quanto appariva.
Distolsi gli occhi dall'intensità di quello sguardo, perché in quel momento non volevo affatto essere scrutata. «Non ho giorni a disposizione. È necessario purificare completamente la ferita prima di sera.»
«Perché Nikolaos tornerà a farti visita...»
«Sì.»
«E se la prima ferita non sarà purificata, sarai in suo potere...»
Il mio nuovo sospiro fu tremante. «Sì...»
«Anche se purifichiamo la ferita, non si può escludere che lei sia in grado di dominarti, se è così potente come dici...»
«Lo è, così potente, e anche di più.» Mi pulii le mani sui jeans. «Credi che Nikolaos possa spingermi a combattere contro di te anche se la ferita sarà purificata?» Alzai gli occhi, sperando di capire che cosa si celasse dietro la sua impenetrabilità, ma Edward mi obbligò ad abbassare nuovamente lo sguardo.
«Noi cacciatori di vampiri accettiamo i rischi della nostra professione.»
«Non è un no...»
Un sorriso lampeggiò sul viso di Edward. «Non è neppure un sì.»
Neppure lui lo sapeva, quindi... «Versa ancora, prima che perda il coraggio.»
Edward sorrise di nuovo e i suoi occhi sfavillarono. «Tu non perderai mai il coraggio. Probabilmente perderai la vita, ma il coraggio... mai.»
Capii che era un complimento e mormorai: «Grazie».
Mi posò una mano su una spalla e io girai la testa dall'altra parte. Il cuore mi balzò in gola e pulsò freneticamente. Mi sembrava di udire soltanto quel rumore martellante. Avrei voluto dibattermi, urlare, scappare... Invece rimasi seduta lì, stringendo i denti. E pensare che, quand'ero bambina, ogni volta che dovevano farmi un'iniezione ci si mettevano in due: uno per trattenermi, l'altro per inserire l'ago. E non è che le cose, per me, siano molto
cambiate, da allora. Eppure mi conveniva tacere e sopportare. Se Nikolaos mi avesse morsa una seconda volta, probabilmente mi sarei piegata a ogni sua volontà, arrivando persino a uccidere, se me l'avesse ordinato. Avevo già avuto modo di assistere a una situazione analoga, e in quella occasione si trattava di un vampiro che, rispetto alla Master, era innocuo come un bimbo.
L'acquasanta scivolò sulla pelle e giunse alla ferita, scavandomi il corpo, ustionandomi la pelle e le ossa, annientandomi, uccidendomi.
Il dolore mi travolse: non potendo scappare, urlai.
Mi ritrovai sdraiata sul pavimento gelido, una guancia premuta a terra.
«Respira lentamente, Anita: stai iperventilando. Se non vuoi perdere conoscenza, respira lentamente...»
Inspirai a bocca aperta, profondamente, rumorosamente, dolorosamente sin quasi a soffocare per eccesso d'aria. Tossii e di nuovo stentai a respirare.
Quando finalmente ripresi il controllo della respirazione, avevo le vertigini e una vaga nausea, però non ero svenuta.
Per accostare il suo viso al mio, Edward fu quasi costretto a sdraiarsi.
«Mi senti?»
«Si...»
«Bene. Vorrei posare il crocifisso sul morso. Sei d'accordo o credi che sia troppo presto?»
Già... Era possibile che l'acquasanta non avesse purificato del tutto la ferita.
In tal caso, il crocifisso mi avrebbe ustionata, lasciandomi una nuova cicatrice. Ero già stata anche più coraggiosa del dovuto, e avrei voluto rispondere
«No». Invece dissi: «Fallo» e pensai: Sarò ancora più coraggiosa!
Edward mi scostò i capelli dal collo, mentre io, sdraiata sul pavimento, con le mani strette a pugno, cercavo di prepararmi a resistere al dolore, anche se, in realtà, è impossibile prepararsi a un ferro rovente che si conficca nel collo.
La catenella frusciò tra le mani di Edward. «Sei pronta?»
Non lo ero affatto. «Dannazione... Fallo!»
Lui mi premette il crocifisso sulla pelle. E fu soltanto metallo. Nessuna ustione, niente fumo, niente carne bruciata, niente dolore. Ero pura, o almeno tanto pura quanto lo ero stata prima che Nikolaos mi mordesse.
Afferrai il crocifisso che Edward mi faceva ciondolare davanti al viso, poi lo strinsi nel pugno sino a far tremare il braccio. Grosse lacrime rotolarono lungo le guance. Ma non stavo piangendo: era soltanto spossatezza.
«Riesci ad alzarti a sedere?» chiese Edward.
Annuii, e poi, con uno sforzo, appoggiandomi alla vasca da bagno, mi sedetti.
«E ad alzarti in piedi?»
Ci pensai, e decisi che mi sentivo troppo debole. «Non senza aiuto.»
Lui mi passò un braccio intorno alle spalle e un altro sotto le ginocchia, mi prese in braccio, e poi, con un movimento armonioso, senza sforzo, si alzò, sollevandomi di peso.
«Mettimi giù...»
«Cosa?» Edward mi fissò.
«Non sono una bambina. Non voglio essere portata in braccio.»
Lui sospirò. «Va bene...» Mi mise in piedi e mi lasciò.
Barcollando, cercai di appoggiarmi alla parete, ma scivolai di nuovo sul pavimento, e le lacrime tornarono a scorrere. Dannazione! Rimasi seduta a piangere, troppo debole per uscire dal bagno e raggiungere il letto con le mie gambe.
Impassibile e indecifrabile come un gatto, Edward rimase in piedi a fissarmi dall'alto.
«Odio sentirmi inerme», dissi, con voce quasi normale, senz'accenno di pianto. «Lo odio!»
«Tu sei una delle persone meno inermi che io conosca.» Di nuovo, Edward si accovacciò vicino a me, però stavolta si passò il mio braccio destro intorno alle spalle, poi, tenendomi con una mano per il polso destro, mi cinse la vita con l'altro braccio, e riuscì a darmi l'illusione di camminare fino al letto, anche se piuttosto goffamente a causa della differenza di altezza.
I pinguini erano schierati lungo la parete. Edward non aveva detto nulla in proposito, e se avesse continuato a tacere, neanch'io ne avrei parlato.
Chissà... Magari la Morte incarnata dorme con un orsacchiotto di peluche...
Le tende pesanti erano ancora tirate e mantenevano la stanza in un crepuscolo perenne. «Riposa», mi esortò Edward. «Io resto di guardia, e ti prometto che nessun mostro ti aggredirà nel sonno.»
Gli credetti.
Dal soggiorno, Edward trasportò la poltrona bianca in camera da letto, per sistemarla contro la parete accanto alla porta, quindi indossò nuovamente la fondina ascellare per avere la pistola a portata di mano, aprì la sua borsa da palestra, che aveva prelevato dall'auto prima di salire nel mio appartamento, e ne tirò fuori quella che sembrava una mitraglietta. Non ero molto esperta di quel genere di armi, perciò potei supporre soltanto che fosse un Uzi.
«Che tipo di arma è?» domandai.
«È un Mini-Uzi.»
Dopo avere inserito il caricatore, lui m'insegnò a usare la mitraglietta: come ricaricare, dove fosse la sicura, e tutte le caratteristiche, quasi che si trattasse di un'auto nuova. Infine sedette sulla poltrona con l'arma in grembo.
Stentando a tenere gli occhi aperti, mormorai: «Non ammazzare nessuno dei miei vicini. Okay?»
Allora lui sorrise, o almeno così mi parve. «Vedrò di non farlo.»
Annuii. «Sei tu il killer dei vampiri?»
Luminoso, affascinante, Edward sorrise. «Dormi, Anita.»
Stavo per sprofondare nel sonno quando la sua voce mi trattenne, tenue, lontana.
«Dov'è il rifugio diurno di Nikolaos?»
Aprii gli occhi, cercando di mettere a fuoco la vista su Edward, che era sempre seduto sulla poltrona, immobile. «Sono stanca, Edward, non stupida.» E la sua risata gorgogliante mi avvolse mentre m'immergevo nel sonno.
 
Top
0 replies since 22/1/2008, 22:58   135 views
  Share