Capitolo 1

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speir
view post Posted on 21/5/2008, 17:56




Il più bel cadavere che avessi mai visto sedeva di fronte alla mia scrivania, con una giacca di velluto nero che faceva risaltare i pizzi della camicia bianca, brillante alla luce della lampada. Ero alle spalle di Jean-Claude, con laschiena al muro e le braccia incrociate, in modo da tenere la mano destra confortevolmente vicina alla Browning Hi-Power nella fondina ascellare. Non avevo nessuna intenzione di sparare a Jean-Claude. Quello che mi preoccupava era l'altro vampiro.
La stanza era illuminata soltanto dalla lampada sulla scrivania, perché il vampiro che aveva detto di chiamarsi Sabin mi aveva chiesto di spegnere il lampadario. Stava in piedi nell'ombra accanto alla parete opposta, completamente avvolto in un mantello nero col cappuccio. Non avevo mai visto un vampiro autentico vestirsi così. Sembrava uscito da un vecchio film con Vincent Price.
L'ultimo componente del nostro allegro gruppetto era Dominic Dumare, che occupava una delle sedie riservate ai clienti. Era un tipo alto e magro, ma tutt'altro che debole. Aveva le mani forti e grandi, gliene sarebbe bastata una per coprirmi tutto il volto. Se non fosse stato per il diamante sul fermacravatta, il completo nero che indossava lo avrebbe fatto sembrare un cameriere. Il viso, dall'ossatura robusta, era orlato da una barba sottile.
Quand'era entrato nel mio ufficio avevo percepito come un vento psichico che mi accarezzava la schiena. Soltanto altre due persone mi avevano suscitato la stessa sensazione: la più potente sacerdotessa voodoo che avessi mai conosciuto, che ora era morta, e il secondo più potente sacerdote voodoo che avessi mai conosciuto, che ora lavorava per l'Animators Inc., proprio come me. Ma Dominic Dumane non era venuto per cercare lavoro.
<<la prego, Ms. Blake, si sieda>>, invitò Dumare. <<sabin pensa che sia molto scortese sedere quando una signora resta in piedi.>>
Guardai Sabin. <<soltanto se si siede prima lui>>, risposi. Dumare guardò Jean-Claude. <<hai così poco potere sulla tua serva umana?>>
Non avevo bisogno di vedere in faccia Jean-Claude per sapere che gli stava sorridendo educatamente, con aria di superiorità. <<oh, temo che dovrai cavartela da solo con ma petite. Non ubbidisce a nessuno, anche se il consiglio l'ha riconosciuta mia serva umana.>>
<<ne sembri fiero>>, commentò Sabin, che aveva un accento molto anglosassone e molto aristocratico.
<<e' la Sterminatrice, ha ucciso più vampiri di qualunque altro essere umano. E' una negromante talmente potente che tu hai attraversato l'oceano solo per consultarla. E' la mia serva umana senza esservi obbligata da nessun marchio. Esce con me senza che debba soggiogarla col mio glamour di vampiro. Perché non dovrei esserne contento?>>
A sentirlo parlare si sarebbe detto che fosse stata tutta una sua idea, in realtà Jean-Claude aveva fatto di tutto per impormi i suoi marchi ma io ero riuscita a fregarlo. Avevamo cominciato a uscire insieme perché mi aveva ricattata, minacciando di uccidere il mio ragazzo se avessi rifiutato. Alla fine, però, Jean-Claude era riuscito a volgere tutta la situazione a suo vantaggio. Come mai non ne ero sorpresa?
<<fino alla sua morte non potrai imporre il tuo marchio a nessun altro umano>>, osservò Sabin. <<ti sei precluso un grande potere.>>
<<sono perfettamente consapevole di quello che ho fatto>>, ribatté Jean-Claude.
La risata di Sabin fu terribilmente amara. <<tutti facciamo follie per amore!>>
Avrei dato molto per poter osservare la faccia di Jean-Claude in quel momento, ma purtroppo riuscivo solo a vedere i suoi lunghi capelli che cadevano sulle spalle della giacca, nero su nero. Comunque notai che contrasse le spalle e allungò le mani sul tampone di carta assorbente, poi restò assolutamente immobile. Era la terribile immobilità con cui soltanto i vampiri antichi sapevano attendere, quasi come se restando fermi abbastanza a lungo potessero in qualche modo scomparire.
<<e' per questo che sei qui Sabin?>> chiese Jean-Claude in tono neutro e vacuo. <<per amore?>>
La risata di Sabin galleggiò nell'aria come rumore di vetro frantumato.
Ebbi l'impressione che quel suono mi ferisse profondamente, cosa che non mi piacque affatto. <<basta con questi giochetti>>, intervenni. <<facciamola finita.>>
<<e' sempre così impaziente?>> domandò Dumare.
<<sì>>, confermò Jean-Claude.
Dumare sorrise, luminoso e vuoto come una lampadina. <<jean-Claude le ha detto perché abbiamo voluto incontrarla?>>
<<ha detto che Sabin si é beccato una qualche malattia dopo avere cercato di disintossicarsi col sangue freddo.>>
Il vampiro dalla parte opposta della stanza rise ancora, scagliando la risata come un'arma. <<disintossicarsi col sangue freddo! Benissimo, Ms. Blake, benissimo!>>
La sua risata mi tagliuzzò come tante lamette. Nessuna voce mi aveva procurato un'esperienza simile. Durante un combattimento mi avrebbe distratta, anzi mi stava distraendo anche in quel momento, diavolo! Sentendo che qualcosa di liquido mi scorreva sulla fronte, sollevai una mano a toccarmi e mi trovai le dita sporche di sangue. Allora sfoderai la Browning, mi scostai dalla parete e la puntai contro la sagoma nera. <<se lo rifai ti ammazzo!>>
Jean-Claude si alzò lentamente dalla sedia mentre il suo potere mi avvolgeva come un vento freddo, facendomi accapponare la pelle, poi sollevò una mano pallida, che il potere aveva reso scintillante, quasi traslucida. Sanguinava.
Dumare rimase seduto, ma anche lui sanguinava da un taglio quasi identico al mio. Si terse il sangue senza smettere di sorridere. <<la pistola non serve>>, dichiarò.
<<avete abusato della mia ospitalità.>> La voce di Jean-Claude riempì la stanza di echi sibilanti.
<<non c'é nulla che io possa dire per scusarmi>>, spiegò Sabin. <<però non era mia intenzione ferirvi. Sono costretto a usare tanto potere semplicemente per conservarmi, e non riesco più a controllarlo come un tempo.>>
Mi avvicinai lentamente, tenendo la pistola puntata; volevo vedere in faccia Jean-Claude. Dovevo sapere quanto grave fosse la sua ferita. Girai intorno alla scrivania per guardarlo con la coda dell'occio, e scoprii che il suo viso era indenne, liscio e scintillante come madreperla.
Jean-Claude sollevò una mano, ancora rigata di sangue. <<non credo sia stato un incidente.>>
<<vieni alla luce, amico mio>>, esortò Dumare. <<devi lasciare che ti vedano, altrimenti non capiranno.>>
<<non voglio essere visto.>>
<<stai per farmi perdere tutta la mia buona volontà>>, avvertì Jean-Claude.
<<anch'io sto rischiando di perdere la mia>>, aggiunsi, nella speranza di scoprire al più presto se dovevo sparare a Sabin o potevo abbassare la pistola. Non si può tenere un'arma puntata all'infinito, neanche impugnandola a due mani, perché dopo un pò si comincia a tremare.
Sabin scivolò verso la scrivania col mantello nero che ricadeva sul pavimento come una pozza di oscurità. Tutti i vampiri apparivano aggraziati, ma lui era ridicolo. Mi resi conto che non stava camminando affatto, bensì levitava dentro quel mantello nero.
Mentre il suo potere mi scivolava sulla pelle come acqua gelida, la mia presa si rinsaldò all'istante. Niente acuisce la sensibilità più dell'avvicinarsi di un vampiro di qualche centinaio d'anni.
Sabin si fermò dalla parte oppsta della scrivania. Sentivo che consumava il potere soltanto per spostarsi, per restare in vita. Era come uno squalo che dovesse continuare a nuotare per non morire.
Quando Jean-Claude si mosse, il suo potere mi avvolse danzando, facendomi venire la pelle d'oca. Si fermò così vicino all'altro vampiro da poterlo quasi toccare. <<che ti é successo, Sabin?>>
Al bordo della zona illuminata Sabin si fermò. La luce della lampada avrebbe dovuto illuminare il suo volto, ma l'interno del cappuccio era liscio, nero e vuoto come una caverna. La sua voce sbucò dal nulla, facendomi trasalire.
<<l'amore, Jean-Claude. Ecco cosa mi é successo. L'amore. la mia amata ha sviluppato una coscienza, ha detto che era sbagliato nutrirsi delle persone, perché dopotutto lo eravamo stati anche noi, e io, per amor suo, ho cercato di nutrirmi di sangue freddo. ho tentato prima col sangue animale, però non bastava a sostentarmi.>>
Nel fissare quell'oscurità, con la pistola ancora puntata, cominciai a sentirmi sciocca. Sabin non sembrava per niente spaventato. Trovavo la cosa snervante. <<così l'ha convinta a diventare vegetariano. Splendido!>> commentai. <<comunque mi sembra piuttosto potente.>>
Rise e, mentre rideva, le ombre si dissolsero come un sipario sollevato lentamente finché lui, con un gesto rapido e armonioso, non gettò il cappuccio all'indietro.
Non urlai, però rimasi senza fiato, incapace di trattenermi dall'indietreggiare di un passo. Appena me ne resi conto avanzai di nuovo, sostenendo senza esitazione il suo sguardo.
I capelli folti, lisci e dorati gli cadevano sulle spalle come tende luccicanti, ma il viso... era devastato per metà dalla putredine, come se fosse affetto da lebbra all'ultimo stadio, ma peggio. La carne era cancrenosa e ricoperta di pus, il suo puzzo avrebbe dovuto salire fino al più alto dei cieli. L'altra metà, invece, era ancora intatta e di uan bellezza dorata e perfetta, che avrebbe potuto ispirare un pittore medievale per raffigurare un cherubino. Aveva gli occhi di un azzurro cristallino: uno oscillava nell'orbita putrescente come se fosse sul punto di cadere sulla guancia, l'altro era saldamente alloggiato e mi scrutava in viso.
<<puoi riporre la pistola, ma petite>>, dichiarò Jean-Claude. <<dopotutto, credo sia stato davvero un incidente.>>
Abbassai la Browning senza rinfoderarla. Dovetti sforzarmi parecchio per riuscire a chiedere in tono pacato: <<le é successo perché ha smesso di nutrirsi di esseri umani?>>
<<crediamo sia proprio quello il motivo>>, interloquì Dumare.
Distolsi lo sguardo dal viso devastato di Sabin per posarlo su Dominic. <<e crede che io possa aiutarlo a curasi?>> domandai senza riuscire a cancellare l'incredulità dalla mia voce.
<<la sua reputazione é giunta fino in Europa.>>
Inarcai le sopracciglia.
<<non sia modesta, Ms. Blake. Nel suo campo si sta guardando una certa notorietà.>>
Notorietà, non fama. Mmm...
<<riponi la postola, ma petite. Per stasera credo Sabin abbia già fatto... come diresti tu? Tutti i suoi trucchetti per mettersi in mostra. Non é così, Sabin?>>
<<temo abbia ragione. Ma sembra che le cose stiano andando nel peggiore dei modi.>>
Rinfoderai la pistola e scossi la testa. <<sinceramente non ho la più vaga idea di come potrei fare per aiutarla.>>
<<ipotizziamo che potesse aiutarmi: lo farebbe?>> domandò Sabin.
Lo guardai per un momento prima di annuire. <<sì.>>
<<anche se io sono un vampro e lei una sterminatrice?>>
<<ha fatto niente in questo Paese per cui si sia punibili con la pena capitale?>>
Sabin rise e quando, al tendersi della sua putrida muscolatura, un legamento si spezzò con uno schiocco fradicio fui costretta a distogliere lo sguardo. <<non ancora, Ms. Blake, non ancora.>> L'allegria scomparve in un lampo e il suo viso ritornò impassibile. <<jean-Claude, anche se imponi al tuo volto di non lasciar trapelare i sentimenti, nei tuoi occhi posso leggere l'orrore.>>
La pelle di Jean-Claude aveva riacquistato la consueta candida purezza e il viso era di nuovo impeccabilmente bello. Almeno aveva smesso di brillare. Adesso gli occhi blu erano semplicemente occhi. La sua bellezza era quasi umana. <<un minimo di orrore non é giustificabile?>> volle sapere.
Sabin sorrise e io avrei voluto che non lo avesse fatto, perché i muscoli della metà putrescente del suo volto deformarono orribilmente la sua bocca.Distolsi gli occhi, ma soltanto per un momento, prima di tornare a fissarlo. Se lui riusciva a sopportare di essere intrappolato in quella faccia, io potevo almeno degnarmi di guardarla.
<<allora mi aiuterai?>> chiese a Jean-Claude.
<<ti aiuterei se potessi, ma devi chiederlo ad Anita. Spetta a lei rispondere.>>
<<ebbene, Ms. Blake?>>
<<non so proprio come potrei riuscirci>>, ripetei.
<<si rende conto di quanto sia tremenda la mia situazione, Ms. Blake? Riesce a coglierne il vero orrore?>>
<<l'imputridimento probabilmente non la ucciderà. però é progressivo. O mi sbaglio?>>
<<oh sì, progressivo e devastante.>>
<<l'aiuterei volentieri se potessi, Sabin. Dumare però é un negromante potente quanto me, se non di più. Cosa posso fare io che lui non può? Perché ha bisogno di me?>>
<<mi rendo conto, Ms. Blake, che lei non ha nessun potere che possa applicarsi specificatamente al problema di Sabin>>, osservò Dumare. <<a quanto mi risulta é l'unico vampiro che abbia mai subito un simile destino, ma pensavo che con l'aiuto di un altro negromante potente quanto me>> - sorrise modestamente - <<o quasi, potrei forse escogitare un incantesimo capace di aiutarlo.>>
<<un incantesimo?>> Lanciai un'occhiataccia a Jean-Claude. <<so poco di negromanzia, ma petite>>, rispose lui, con una di quelle meravigliose scrollate di spalle alla francese che potevano significare tutto e niente. <<dovresti esser tu a dirmi se un incantesimo di questo genere é fattibile oppure no.>>


Edited by speir - 22/5/2008, 00:35
 
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